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GIUSTIZIA - TRIBUNALI SOPPRESSI NEL 2012 - Sono aumentati costi e disagi procurati ai Cittadini

GIUSTIZIA - TRIBUNALI SOPPRESSI NEL 2012 - Sono aumentati costi e disagi procurati ai Cittadini. Occorre riconsiderare l'attuale distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari . Lo chiedono a gran voce non solo gli operaori della giustizia, ma noi tutti Cittadini che abbiamo viste disattese tutte le speranza di miglioramento del sistema Giustizia quando nel 2012 furono sooppressi molti tribunali promettendo velocizzazione del sistema e risparmio dei relativi costi

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente, la illustro. Signor Ministro, con il decreto legislativo n. 155 del 2012 vennero soppressi 31 sedi di tribunale, 220 sedi distaccate di tribunale e 667 uffici del giudice di pace, nell'ottica della revisione e dell'ottimizzazione della spesa pubblica, nonché di un recupero complessivo di risorse ed efficienza del sistema giustizia. Tuttavia, è passata ormai una decina d'anni, o qualcosa di più, e non solo il risparmio ipotizzato non è stato conseguito, ma tale riforma non ha garantito neppure la celerità dei giudizi, aumentando, al contrario, i disagi per l'utenza e offuscando, in troppi luoghi, la luce della legalità rappresentata da una sede giudiziaria. Conosco il caso specifico, evidentemente…

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Ne conosco più di uno, ma ricordo quello di Chiavari, dove erano stati conclusi i lavori per la nuova sede giudiziaria - molto bella, devo dire, collegata direttamente con le carceri - che non ha mai iniziato i propri lavori. La giustizia di prossimità ha un valore che non può essere ignorato. Per questo, le chiedo quali siano le reali intenzioni dell'Esecutivo in ordine a una nuova riforma della geografia giudiziaria del Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. In effetti, come è stato ricordato, quella spending review, datata oltre 10 anni, era stata orientata verso una razionalizzazione delle spese, una riduzione degli uffici giudiziari, per implementare, come si dice, la loro efficienza. Sono anch'io molto perplesso sull'esito di questa operazione, che vorrei paragonare a quella negativa di alcune regioni d'Italia quando, in tema di sanità, si è preferito privilegiare l'eccellenza di alcuni posti di riferimento, trascurando la sanità di prossimità. Si è constatato durante la pandemia che questa scelta, giusta sotto certi aspetti, per creare dei centri di eccellenza, poi, in realtà si era rivelata sbagliata sotto il profilo dell'utilità generale e della tutela della salute collettiva. Nella giustizia sta accadendo la stessa cosa; ci sono centri che sono necessariamente e devono essere centri di eccellenza - chiamiamola così, magistratuale - per ragioni di competenza e per ragioni di efficienza, ma, in effetti, l'intenzione di questo Ministero e anche di questo Governo è di riconsiderare tutta questa serie di riduzioni che sono state fatte.

In questa direzione, il Governo ha già prorogato il rinvio della soppressione dei tribunali dell'Abruzzo e delle sezioni distaccate isolane e ha all'esame la possibile riapertura di sedi giudiziarie già soppresse, anche con un'eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali.

La priorità del nostro intervento ha anche imposto l'inserimento di un disegno di legge, già nel collegato alla legge di bilancio del 2022, che oggi è nel Documento di economia e finanza appena licenziato dal Consiglio dei ministri.

In conclusione, ritengo che effettivamente sia giustificata la preoccupazione di questa riduzione della giustizia di prossimità. Abbiamo avuto e abbiamo la possibilità di correggerne i difetti attraverso la digitalizzazione e l'informazione; il Progetto Polis ha portato alla vicinanza dei cittadini, alla possibilità di acquisire certificati e altro, ma questo, secondo noi, non è sufficiente. Questa è la ragione per cui aderiamo all'idea di rivedere queste circoscrizioni.

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