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BOLLETTE: non ci sono automatismi per la concessione delle rate di pagamento. Tempi e modalità dei piani per le Famiglie in difficoltà

Con l’ultima manovra contro il caro-bollette, il governo ha previsto anche la possibilità di attivare dei piani di pagamento a rate per le famiglie in difficoltà. Per rendere possibile la messa a terra del meccanismo di rateizzazione, sono stati stanziati un miliardo di euro come anticipo per i venditori interessati da questo binario. Ma come funziona la rateizzazione e quando scatta? Sgombriamo subito il campo da possibili fraintendimenti: il pagamento a rate non è automatico e soprattutto è stato pensato a favore dei nuclei familiari in difficoltà coni pagamenti della bolletta, in aggiunta alle altre misure previste dal governo.

È stata l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) a fissare, con una delibera ad hoc tempi e modalità per l’attuazione dei piani di pagamento a rate. Innanzitutto la facoltà può essere esercitata solo in caso di pagamento inadempiente per le bollette comprese nel periodo 1 gennaio-30 aprile. Non ci sono automatismi, come detto, quindi se una famiglia non riesce a pagare una fattura in questo lasso di tempo, è il venditore che deve attivare il percorso.

La delibera dell’Arera dice che il venditore deve inserire nella comunicazione di sollecito sui mancati pagamenti o, comunque, nella comunicazione di costituzione in mora, l’offerta al cliente finale della possibilità di rateizzarne gli importi «senza il pagamento di interessi a carico a carico dell’utente». E il piano deve avere una periodicità pari a quella di fatturazione applicata in via ordinaria al cliente finale. Quanto al numero di rate, devono essere almeno pari al numero di bollette normalmente emesse in 10 mesi.

C’è poi il tema dell’importo di queste rate. L’Authority spiega innanzitutto che la prima rata deve essere pari al 50% dell’importo totale del piano di rateizzazione e che il restante 50% sarà recuperato in rate successive di eguale ammontare. Se le rate saranno inferiori a 50 euro, allora il numero delle rate potrà essere ridotto nel rispetto della periodicità di fatturazione, «non oltre il numero minimo necessario a determinare rate di importo non inferiore a 50 euro». In ogni caso, chiarisce la delibera, il numero di tali rate non potrà essere inferiore a due anche derogando al valore dell’importo.

I venditori finali possono negoziare con il cliente finale un diverso accordo per meglio rispondere alle esigenze del cliente nel limite però di quanto stabilito dalla legge di bilancio 2022. Se poi si cambia fornitore durante il piano a rate, il venditore che subentra deve continuare a garantire il pagamento dilazionato.

Che non ci sia automatismo, l’Arera lo dice espressamente. Anche perché, nella delibera, si legge in modo chiaro che «la volontà del cliente di aderire alla rateizzazione deve essere manifestata espressamente». Per questo motivo, il venditore nella comunicazione in cui offre al cliente finale questa possibilità deve indicare il termine ultimo entro cui l’utente può contattare il fornitore per richiedere la rateizzazione e la modalità di adesione.

La delibera chiarisce anche questa circostanza e stabilisce che, in questo caso, il venditore, accertato il mancato pagamento, può dar corso alle ordinarie procedure di sospensione della fornitura di energia elettrica (o di riduzione della potenza se previsto).

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