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RIGASSIFICATORI: cosa sono, dove sono e a cosa servono

DRAGHI al Senato il 2 marzo scorso  -  Puntare su “un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili, come facciamo nell'ambito del programma Next Generation EU”. Semplificare le procedure “per impianti rinnovabili onshore e offshore e investire sullo sviluppo del biometano”. Raddoppio del gasdotto TAP. Puntare sulla nostra capacità di rigassificare.


IL GASDOTTO TAP  -  Il Gasdotto Trans-Adriatico (conosciuto con l'acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline) è un gasdotto che dalla frontiera greco-turca attraversa Grecia e Albania per approdare in Italia, sulla costa adriatica della provincia di Lecce


IL BIOMETANO  -  Il biometano è una fonte di energia rinnovabile, che si ottiene a partire da biomasse, che consente di ridurre le emissioni






LA RIGASSIFICAZIONE


La rigassificazione è un processo in cui un materiale allo stato liquido viene riportato allo stato gassoso. Parlando di energia, è il modo in cui il gas naturale liquido (GNL) – una miscela di idrocarburi di cui la maggior parte è metano (tra il 90% e il 99%)  – viene riportato sotto forma di gas.


Quella gassosa è la forma in cui poi il combustibile viene trasportato nelle nostre case. Perché allora fare questo doppio passaggio da gas a liquido, e poi di nuovo da liquido a gas? Perché la riduzione in stato liquido del GNL permette di riempire maggiormente le stive delle navi con cui questo poi viene trasportato, dette metaniere.


RIDUZIONE VOLUME DI 600 VOLTE E NON INFIAMMABILITA'


Il volume del gas si riduce infatti di circa 600 volte, con ovvie conseguenze su quanto se ne può portare in un’unica volta dai giacimenti iniziali. Un procedimento necessario per le importazioni di gas da Paesi con cui abbiamo un confine marittimo, ad esempio l’Algeria. Inoltre, allo stato liquido il gas non è ovviamente infiammabile, permettendo così un suo trasporto in sicurezza sulle metaniere


IMPIANTI - LA SITUAZIONE ITALIANA


In Italia sono attualmente tre i rigassificatori attivi. Uno, offshore, si trova a Porto Viro, in provincia di Rovigo. Il secondo, onshore, è a Panigaglia, in provincia di La Spezia. Il terzo è proprio una "nave galleggiante" al largo della costa di Livorno. Sono invece due i progetti sulla carta per la costruzione di nuovi impianti, bloccati però da anni di impedimenti burocratici. Sarebbero realizzati a Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, e a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento.


NOTE:


* Il gas è altamente infiammabile, per cui si temono incidenti


* Realizzare nuovi impanti richiederebbe troppo tempo (da 5 a 10 anni)


* Realizzarne di nuovi rappresenterebbe inoltre una incongruenza vista la necessità di sostituire il gas con fonti di energia rinnovabile