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ACQUA ed AMBIENTE: nuove regole europee sulla qualità dell'acqua potabile e la diminuzione delle bottiglie in plastica

Arrivano nuove regole per migliorare l’acqua del rubinetto e incoraggiare i cittadini a ridurre le bottiglie di plastica. Il Parlamento UE richiede, inoltre, nuove misure per migliorare l’accesso all’acqua potabile per i gruppi vulnerabili


Secondo la Commissione Europea, un minore consumo di acqua in bottiglia potrebbe far risparmiare ai cittadini oltre 600 milioni di euro l’anno. Non solo, una maggiore fiducia verso l’acqua del rubinetto porterebbe anche a ridurre la quantità dei rifiuti di plastica. È all’interno di questo contesto che si muove la Direttiva sull’acqua potabile, approvata in via definitiva dal Parlamento Europeo.


Acqua potabile, migliorare l’accesso per i gruppi vulnerabili


Secondo quanto stabilito dalla Direttiva – si legge in una nota – gli Stati membri dovranno garantire la fornitura gratuita di acqua negli edifici pubblici e dovrebbero incoraggiare ristoranti, mense e servizi di catering a fornire l’acqua ai clienti gratuitamente o a basso costo.


“I Paesi UE dovranno, inoltre, adottare delle misure per migliorare l’accesso all’acqua per i gruppi vulnerabili, come i rifugiati, le comunità nomadi, i senzatetto e le culture minoritarie come i Rom”.


Limiti più severi per alcuni inquinanti


La qualità dell’acqua sarà, dunque, migliorata imponendo limiti più severi per alcuni inquinanti, tra cui il piombo, al fine di incoraggiare le persone a bere l’acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia.


Entro l’inizio del 2022, la Commissione Europea redigerà e monitorerà un elenco di sostanze o composti; tra queste i prodotti farmaceutici, i composti che alterano il sistema endocrino e le microplastiche. Inoltre, stilerà un elenco UE che indicherà le sostanze autorizzate a venire a contatto con l’acqua potabile.


Prossime tappe


A seguito dell’entrata in vigore della Direttiva, 12 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno tempo due anni per apportare le modifiche necessarie agli ordinamenti nazionali per conformarsi alla direttiva (Francesca Marras)


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* Il video di approfondimento

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