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Alimentari: volano prezzi di soia, mais e grano

Prezzi in su per i prezzi delle materie prime alimentari – soia, mais e grano – e preoccupazioni condivise da parte dei Consumatori, che chiedono di non ritoccare al rialzo i prezzi di pane e pasta. La crisi contagia il cibo, ha denunciato nel fine settimana la Coldiretti, parlando di “record storico” per le quotazioni di soia e mais e di prezzo del grano in forte salita, secondo un’analisi fatta sulla base delle quotazioni di chiusura settimanale al Chicago Board of Trade, punto di riferimento o del mercato a livello internazionale, che in cinque settimane ha fatto registrare un balzo dei prezzi del 55% per il mais (chiusura a 8,24 dollari/bushel), del 26% per la soia (chiusura a 17 dollari per bushel) e del 50% per il grano (chiusura 9,43 dollari per bushel) per le consegne a settembre.

“L’andamento dei prezzi delle materie prime agricole sta provocando –  afferma Coldiretti – effetti sui mercati internazionali dove con i rincari si prospetta una ripresa dell’inflazione, ma è allarme anche per il commercio internazionale, con il rischio di mancata consegna delle forniture con effetti drammatici sul piano della disponibilità di cibo nei paesi poveri e della sicurezza sociale in paesi come la Libia o l’Egitto, che sono forti importatori di grano”.

Federconsumatori e Adusbef si dichiarano preoccupati per le conseguenze che ne potrebbero derivare: “Se gli operatori economici, industriali o commerciali che siano, si azzardassero ad aumentare il prezzo della pasta o del pane o di qualsiasi prodotto derivante dalla trasformazione del grano, compierebbero una manovra sicuramente speculativa”, affermano i due presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Pur con gli aumenti di questi giorni, spiegano le due associazioni, oggi il grano “viene quotato attorno a 25-30 cent al Kg in media, cioè meno della metà di quanto era arrivato sui mercati quando iniziò l’ascesa del prezzo del grano sino a raggiungere gli oltre 50 centesimi al kg. Già a quelli aumenti della materia prima, che si verificarono a cavallo 2007-2008, ponemmo oltretutto l’obiezione che tale materia prima incideva in una filiera caratterizzata anche da 8 passaggi, solo per il 10 al 15%  del prezzo finale”. Le due associazioni tornano invece a chiedere una riduzione dei prezzi al dettaglio e spiegano che, se ci saranno ritocchi al rialzo di pane e pasta, porteranno la questione davanti all’Antitrust.