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Turismo, Fipe: 2012 da dimenticare, calano i viaggi

Il turismo degli italiani torna a livelli di quindici anni fa. Diminuiscono coloro che si concedono una vacanza. Diminuiscono le vacanze brevi e fuori stagione mentre si torna alla “mono-vacanza estiva” degli anni Settanta, prevalentemente al mare, ma di durata ridotta. Questa sarà l’estate più fiacca degli ultimi quindici anni, in vero e proprio contesto di “recessione turistica” che la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) traduce senza mezzi termini: il 2012 sarà l’annus horribilis del turismo degli italiani. Rispetto al 2008, c’è stato una flessione del 38% nel numero di viaggi.

Turismo indietro tutta, dunque, secondo l’indagine estiva del centro Studi Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia. La ricerca mette in evidenza che negli ultimi cinque anni sono stati cancellati 41 milioni di viaggi e 195 milioni di giornate di vacanza.

“Le previsioni sull’estate 2012 e il consolidarsi tra gli italiani della tendenza a ridurre le vacanze brevi, ovvero quelle che si fanno fuori stagione, indicano che alla fine dell’anno il bilancio sarà negativo”, si legge nell’indagine, che evidenzia però anche problemi di carattere più strutturale. Si tratta del fatto che circa il 60% degli italiani ormai non fa neppure un giorno di vacanza; che fra operai, lavoratori in proprio, pensionati e anziani, si sta tornando agli stessi livelli di vacanza degli anni Novanta; che la stagionalità della domanda aumenta invece di diminuire.

A fronte di oltre 17 milioni di italiani che nella media trimestrale del 2008 avevano fatto almeno un viaggio, oggi se ne contano solo 12,7 milioni, cioè 4,5 milioni di turisti di media in meno per trimestre. Nel 2008 la media trimestrale di residenti che aveva fatto almeno un viaggio di vacanza era del 28,7% mentre ora è sceso al 20,8%, con una flessione pari al 4 milioni e mezzo di turisti per trimestre.

Benché la crisi sia piuttosto trasversale nel Paese, il Meridione sembra soffrire maggiormente. Lì, la quota trimestrale di coloro che viaggiano per vacanza è in media del 12,2% a fronte del 26,1% del nord e del 23,6% del centro.

Nell’estate 2012, stima l’indagine Fipe, gli italiani in vacanza da luglio a settembre saranno circa 25 milioni, pari al 40% della popolazione, a fronte del 48% nel 2008. Il numero dei viaggi per vacanza sarà inferiore dell’8,8% rispetto al 2011 e del 27% rispetto al 2008.

Come evidenzia la ricerca, cambiano anche i  modelli di consumo della vacanza, che stanno facendo un salto indietro.“Uno dei grandi cambiamenti dei modelli di consumo turistici a partire dagli anni ‘90 ha riguardato la frammentazione dei periodi di vacanza – si legge nella ricerca – Non più un’unica e lunga vacanza estiva ma più vacanze in diversi periodi dell’anno.  La crisi riporta indietro le lancette dell’orologio di quindici anni anche in relazione ai modelli di consumo del “prodotto” turistico. Siamo scesi a 1,1 viaggi pro-capite, il valore più basso dal 1998 ad oggi. Prima dell’inizio della grande crisi si contavano 1,8 viaggi pro-capite per motivi di vacanza”.

La mono-vacanza estiva, per chi può permettersela, diventa però più corta. La crisi del turismo colpisce tutte le aree geografiche, con maggiore intensità nel Mezzogiorno, mentre nessun periodo dell’anno risulta immune alla “recessione turistica”. Per la Fipe, non ci sono dubbi: “il 2012 è l’annus horribilis del turismo degli italiani e dell’Italia”.