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Coldiretti: 43 gg di fermo pesca. Attenzione all’etichetta!

Da oggi e fino al 27 agosto sarà in vigore il fermo pesca per permettere il ripopolamento delle specie ittiche sovrasfruttate e salvare le marinerie tricolori dal collasso per le reti sempre più vuote, con la produzione in calo costante ormai da diversi anni. Per 43 giorni consecutivi, dunque, non sarà possibile pescare, inizialmente, nell’Adriatico.  A darne notizia è Coldiretti ImpresaPesca sottolineando che dopo il 27 agosto, nelle dieci settimane successive alla ripresa l’attività sarà però limitata a tre giorni, come già lo scorso anno.La classifica dei pesci più acquistati dagli italiani, secondo un’analisi di Coldiretti ImpresaPesca su dati Ismea, vede appaiati al primo posto mitili (cozze, ecc.) e orate, con quasi il 9 per cento a testa dei consumi, davanti ad alici (6,8 per cento), spigole (6,5 per cento), vongole (4,7 per cento), polpi, trote, salmoni, naselli e merluzzi, calamari.

Il fermo è una necessità per salvare il settore anche se rischio è – precisa ImpresaPesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove in questo momento non è in atto il fermo pesca (Tirreno e Sud Adriatico). Infatti da Pesaro a Bari – riferisce la Coldiretti – l’interruzione dell’ attività di pesca inizierà infatti dal 6 agosto fino al 17 settembre mentre da Brindisi a Imperia dal 3 settembre al 2 ottobre mentre nelle regioni Sardegna e Sicilia l’interruzione ha durata di almeno trenta giorni ma è disposta con provvedimento regionale.

La novità di quest’anno è l’arrivo dell’etichetta per il pesce italiano venduto al dettaglio o servito al ristorante, introdotta dal decreto Sviluppo. Con la nuova normativa – sottolinea Coldiretti ImpresaPesca – i soggetti che vendono al dettaglio o somministrano prodotti della pesca potranno utilizzare nelle etichette e in qualsiasi altra informazione fornita per iscritto al consumatore la dicitura “prodotto italiano”. Sara ammessa anche ogni altra indicazione sull`origine italiana o sulla zona di cattura del pescato piu precisa di quella oggi prevista dalle norme in vigore. Attualmente la legge sull’etichettatura prevede la sola indicazione della zona di pesca. Il pesce italiano, ad esempio, fa parte della cosiddetta ‘zona Fao 37′, che contraddistingue il prodotto del Mediterraneo. Per il momento l’indicazione dell’origine resta però su base volontaria – conclude Coldiretti ImpresaPesca – mentre per assicurare piena trasparenza su tutto ciò che si mangia al ristorante sarebbe necessario introdurre l’obbligo di etichettatura del pesce servito nella ristorazione.