Ammendante compostato verde e Ammendante compostato MISTO
Come possiamo migliorare il contenuto di sostanza organica del suolo nelle regioni del mediterraneo in modo economicamente vantaggioso? Quali nuove soluzioni possono essere proposte per garantire la fertilità e la funzionalità del suolo?
La risposta della filiera del compostaggio al crescente impoverimento in sostanza organica del terreno è la disponibilità di compost ottenuto dal trattamento biologico del rifiuto organico che ha la prerogativa principale di essere un fertilizzante organico rinnovabile e caratterizzato da un buon contenuto medio di carbonio organico (25-27% s.s.). Il suo utilizzo può quindi dare un sensibile contributo per ripristinare il contenuto di sostanza organica nei suoli depauperati o semplicemente attenuare i fenomeni di perdita di carbonio organico. Sulla base delle componenti essenziali da cui è stato prodotto il compost, ovvero la tipologia di rifiuti che sono stati trattati, sono definiti i diversi tipi di ammendante compostato (Allegato 2 del D.​Lgs. 75/2010): ammendante compostato verde, ammendante compostato misto. Secondo stime del CIC sulla base dei rifiuti trattati negli impianti di compostaggio e digestione anaerobica, nel 2015 sono state prodotte 1,76 M tonnellate di ammendante compostato. Per l’84% si tratta di ammendante compostato misto o ammendante compostato con fanghi (1.472.500 tonnellate) e per il rimanente 16% di ammendante compostato verde (290.000 tonnellate).
L'AMMENDANTE COMPOSTATO MISTO
L’ammendante compostato misto è un compost di qualità verificata, prodotto da sfalci e potature, scarti vegetali e scarti provenienti dall’industria agroalimentare. L’ammendante ha origine dalla naturale decomposizione della sostanza organica che si trasforma attraverso un processo di biossidazione.
L’Ammendante Compostato Misto (ACM) è un prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici che possono essere costituiti da:
* frazione organica dei rifiuti urbani proveniente da raccolta differenziata (es. rifiuto alimentare di cucine e mense),
* digestato da trattamento anaerobico (con esclusione di quello proveniente dal trattamento di rifiuto indifferenziato),
* rifiuti di origine animale, compresi liquami zootecnici,
* rifiuti di attività agroindustriali,
* rifiuti provenienti da lavorazione del legno non trattato,
* rifiuti provenienti da lavorazione del tessile naturale non trattato,
* matrici previste per l’ACV
L'AMMENDANTE COMPOSTATO VERDE
L’Ammendante Compostato Verde (ACV) è un prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici che possono essere costituiti da:
* scarti di manutenzione del verde ornamentale (es. sfalci d’erba, ramaglie, potature),
* sanse vergini (disoleate o meno) o esauste,
* residui delle colture,
* altri rifiuti di origine vegetale.Da stime in possesso del CIC risulta che più dell’80% del compost italiano è impiegato nel comparto dell’agricoltura tradizionale di pieno campo (cerealicoltura, orticoltura, viticoltura, ecc.), mentre il restante 20% è impiegato per la realizzazione di prodotti fertilizzanti per il giardinaggio e utilizzato per scopi paesaggistici. Grazie agli ultimi aggiornamenti della normativa italiana sui fertilizzanti, il compost può essere utilizzato anche nella produzione di altri fertilizzanti organici come substrato di coltivazione di base e misto e concimi organo-minerali. Secondo indagini di mercato effettuate sempre dal Consorzio Italiano Compostatori, tutto il compost prodotto dagli impianti italiani viene venduto e/o ceduto ed utilizzato all’interno dei confini nazionali. Il prezzo medio del compost venduto sfuso in grandi quantità, che è la forma più diffusa di vendita, è di circa 10 €/ton, e il prezzo fluttua tra i 5 e i 15 €/ton. Queste variazioni di prezzo sono probabilmente dovute ai costi di trasporto del materiale, spesso sostenuti dagli impianti di produzione stessi.
Il reintegro della sostanza organica è solo uno dei benefici ambientali legati all’utilizzo del compost. L’impiego di questo fertilizzante organico contribuisce infatti anche ad apportare al suolo i principali elementi fertilizzanti, quali azoto, fosforo e potassio (NPK).
Il contenuto di elementi nutritivi nel compost è strettamente legato al tipo di ammendante compostato. In particolare, l’ammendante compostato verde ha un titolo NPK 1,7:0,7:1,3, caratteristica che, unitamente ad una dotazione media di carbonio organico pari al 25,5% della sostanza secca e alla bassa salinità (23,3 meq/100g SS), lo rendono idoneo soprattutto nel settore del florovivaismo in sostituzione delle torbe. Nell’ambito della coltivazione in contenitore, le attuali e più moderne tecniche per la costituzione di terricci si sono consolidate sul binomio “torba + ammendante compostato”; viene consigliata, infatti, un’integrazione piuttosto che una sostituzione totale dei materiali torbosi. L’ammendante compostato misto e con fanghi invece hanno un buon contenuto medio sia di elementi fertilizzanti (titolo NPK 2,3:1,4:1,4) che di carbonio organico (26,4% SS) e trovano la loro principale applicazione nell’agricoltura in pieno campo, in aggiunta/integrazione dei concimi minerali, organici e letame.
Entrambe le tipologie di prodotti trovano un altro settore di applicazione fortemente vocato: l’agricoltura organica o biologica. Per gli utilizzi nell’agricoltura biologica ai sensi del Regolamento CE 889/2008, gli ammendanti compostati NON devono contenere fanghi (cfr. all.13 d.​lgs.75/2010).
Considerando che negli ultimi 25 anni sono state prodotte circa 23,5 milioni di tonnellate di ammendanti compostati, divise percentualmente in 30% ammendante compostato verde e 70% ammendante compostato misto o ammendante compostato con fanghi, il trattamento biologico del rifiuto organico ha reso disponibili sul mercato dei fertilizzanti circa 300.000 t di azoto [N], 190.000 t di potassio [K2O] e 170.000 t di fosforo [P2O5]. Il valore del compost, solo considerando la sostituzione di altri prodotti fertilizzanti come i concimi minerali e di sintesi che apportano N, P e K, ammonterebbe a circa 650 milioni di euro. Inoltre, visto che circa il 20% del compost prodotto trova il suo impiego nel florovivaismo in sostituzione della torba, si stima che dal 2002 ad oggi si sia evitato di estrarre ben 8,8 milioni di metri cubi di torba con evidenti vantaggi ambientali data la non rinnovabilità della torba. Oltre a ciò si stima un risparmio economico del “sistema Italia” per minor importazione di torbe di 75 milioni di euro (agraria.org)