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Petrolio, si torna a investire: via libera a progetto da 37 miliardi di dollari in Kazakhstan

 Un investimento di 36,8 miliardi di dollari nel petrolio. Il via libera all’espansione del giacimento di Tengiz, in Kazakhstan - il primo progetto da oltre 10 miliardi sanzionato quest’anno e solo il terzo dal 2015 - è arrivato ieri, per ironia della sorte in una giornata nera per il greggio: il Brent ha perso oltre il 4%, ripiombando sotto 48 dollari al barile.


Ma la notizia segna un punto di svolta, quanto meno nelle aspettative delle Major.

Dopo due anni di tagli feroci, che hanno portato a decine di migliaia di licenziamenti e al rinvio di investimenti e spese di esplorazione per mille miliardi di dollari, Chevron, ExxonMobil e gli altri soci di Tengiz hanno ritrovato coraggio: la decisione di procedere col progetto, che era stata rinviata l’anno scorso, stavolta ha ricevuto luce verde.

I lavori, che dovrebbero essere conclusi nel 2022, aumenteranno la produzione del giacimento di 260mila barili al giorno, all’incirca l’output attuale della Libia, portandola a quasi un milione di bg.

«È un buon momento per trarre vantaggio dal calo dei costi di beni e servizi nell’industria petrolifera», spiega Jay Johnson, vicepresidente esecutivo per l’upstream di Chevron, aggiungendo che il progetto è stato in gran parte ridisegnato.

In ogni caso si tratta di un atto di fiducia verso il mercato, da parte della compagnia Usa, socia al 50% del consorzio Tengizoil, e dei suoi partner: Exxon (25%), la kazakha KazMunayGaz (20%) e la russa Lukoil (5%).

«Se la gente è disposta a spendere simili somme - commenta Matthew Sagers, managing director di Ihs - vuol dire che la situazione sul mercato del petrolio sta cambiando».