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Gioco d’azzardo, accolta class action del Codacons contro la PA

Accolta la class action presentata dal Codacons contro la Pubblica Amministrazione sul tema del gioco d’azzardo: l’atteso decreto con le linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero di fenomeni di ludopatia legati al gioco compulsivo, non ha ancora visto la luce, nonostante sia previsto dalla legge. Il Tar del Lazio ha accolto la class action presentata dall’Associazione che conta così due vittorie contro la PA:  l’altra riguarda le “classi pollaio” e il Tar ha dato ragione al Codacons, ordinando al Ministero dell’istruzione di rispettare la legge in materia di affollamento delle aule.

Sembra quindi che almeno la class action contro la Pubblica Amministrazione, introdotta dal 1° gennaio 2010 dall’ex Ministro Renato Brunetta, funzioni (a differenza di quella contro le aziende private).

Tornando al gioco d’azzardo, il Codacons spiega che il decreto previsto per legge è stato più volte annunciato ma ad oggi non è stato ancora emesso. I giudici non hanno “alcun dubbio circa l’ammissibilità dell’azione, dichiaratamente fondata”. Ed è “indubbio, secondo il Tar, che il Codacons abbia, tra i propri associati, anche consumatori interessati al settore dei giochi, dei concorsi a premio, delle lotterie e delle scommesse, i quali subiscono una lesione diretta, concreta ed attuale derivante dalla violazione di termini o dalla mancata emanazione di atti amministrativi generali obbligatori in materia (sia pure ai fini, peculiari, qui considerati, di tutela della salute)”.

“Nel merito, il ricorso è fondato – scrivono i giudici – La norma impone chiaramente l’adozione di un vero e proprio piano di intervento, da adottarsi, entro un termine prestabilito, dalle amministrazioni nominativamente indicate, d’intesa con la Conferenza unificata. […] Nessuno degli atti così previsti (di carattere generale, e, sicuramente, non aventi natura normativa), è stato ancora posto in essere”.

Il Tar spiega anche che le perplessità sugli aspetti finanziari del piano di intervento, avanzate dalla difesa, sono irrilevanti poiché ”in mancanza di previsioni specifiche, le risorse all’uopo necessarie debbano essere reperite tra quelle già stanziate (ad esempio, in seno al Piano sanitario nazionale)”.

Il Tar quindi “ordina al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Ministero della Salute e alla Conferenza – Unificata, di adottare,d’intesa tra loro, il decreto interdirigenziale previsto dall’art. 1, comma 70, della legge n. 220, entro 60 giorni dalla comunicazione o notificazione della presente sentenza”.

“Si tratta di una importante vittoria a tutela dei cittadini e dei giocatori – afferma il presidente Carlo Rienzi – La grave crisi economica che attanaglia il nostro paese, la crescente pubblicità di giochi e il fiorire di sale da gioco su tutto il territorio ha contribuito a determinare una vera e propria emergenza sociale, caratterizzata da un preoccupante aumento delle dipendenze che troppo spesso sfociano in tragedie familiari. Per questo è indispensabile che i Ministeri competenti varino il decreto contro le ludopatie, in grado di salvare migliaia di giocatori e famiglie dal fallimento. Ora – conclude Rienzi – se le istituzioni coinvolte non provvederanno a rispettare l’ordine del Tar nei tempi previsti, sarà inevitabile la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca alla P.A.”.