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Indagine Tecnoborsa 2012, le famiglie che acquistano casa sono la metà di 5 anni fa

Con questa crisi chi è che compra casa? Gli italiani sono un popolo di proprietari di casa, ma nei momenti difficili anche questa propensione viene meno. Rispetto a 5 anni fa le famiglie che acquistano casa si sono dimezzate. E’ quanto emerge dall’indagine Tecnoborsa 2012 che ha analizzato le transazioni nel settore residenziale effettuate nel biennio 2010-2011 e quelle previste per il 2012-2013. Solo il 2,4% degli intervistati ha acquistato un’abitazione nel biennio esaminato, in calo dell’1,1% sul 2010 e di ben il 4% rispetto al 2002-2003. Non si arresta, quindi, il trend decrescente che si registra da qualche anno. Fanno eccezione solo alcune grandi città, in primis Roma dove il 7,2% delle famiglie intervistate ha acquistato una casa.

L’immobile si compra nel 77,2% dei casi come abitazione principale (dato che tocca il suo record) e solo nell’8,7% come seconda casa vacanze; c’è un 6,9% di italiani che acquistano per investimento e un 5,8% per parenti prossimi. La superficie più richiesta è quella medio-piccola, cioè fino a 70 mq, e media, dai 70 ai 100 mq. In forte calo quelli che acquistano un’abitazione dotata di un box/posto auto.

“Tra coloro che hanno acquistato una casa, il 61,9% ha dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento o a un mutuo – valore inferiore a quello riscontrato nell’indagine 2010 – ha affermato il Presidente di Tecnoborsa, Valter Giammaria –  Prevalentemente, ricorrono ai mutui/finanziamenti il 68,2% di coloro che hanno acquistato una seconda casa per parenti prossimi e il 66,8% di coloro che hanno acquistato un’abitazione principale. Viceversa, risulta bassa la richiesta di un prestito per una seconda casa vacanze (39,4%) o per investimento (38,5%). Quindi, le famiglie italiane, in questo momento, sono disposte ad accendere un mutuo solo se necessario, per acquistare una casa in cui vivere loro o per un proprio familiare, mentre acquistano una seconda casa da tenere a disposizione o da mettere a reddito solo se hanno una  liquidità disponibile”.

Per ottenere il mutuo l’89,3% si è recato presso la propria banca, a dimostrazione di un elevato grado di fidelizzazione del rapporto bancario, dettato anche dal credit crunch e dal possibile diniego da parte di istituti di credito che non conoscano il cliente. Quasi un terzo di chi ha acquistato casa con mutuo ha ottenuto un prestito a copertura del 61-80% del prezzo dell’immobile; il 38,1% degli acquirenti, però, disponeva di mezzi propri sufficienti a finanziare l’acquisto della casa.

Rispetto alle previsioni per l’anno il corso e il 2013, il 4,7% degli intervistati ha dichiarato l’intenzione di effettuare almeno una transazione immobiliare (compresa la locazione). Il 2,4% delle famiglie ha intenzione di vendere un immobile e le motivazioni fondamentali sono due: esigenza di acquistare un’altra abitazione principale (41,2%) o bisogno di liquidità (31,4%); solo il 9,8% intende vendere per fare altri investimenti immobiliari. Scende notevolmente rispetto a quanto rilevato nel 2010 la quota di chi intende vendere per acquistare un’altra abitazione principale, mentre sale la percentuale di chi pensa di vendere per bisogno di liquidità, ma il valore rimane inferiore a quello riscontrato nel 2008.

“Dal confronto dell’Indagine nazionale Tecnoborsa 2012 con le quattro precedenti – ha concluso il Presidente Giammaria – emerge un forte calo della quota di famiglie che hanno dichiarato di aver effettuato almeno una transazione nel biennio oggetto di analisi; infatti, c’è stato un decremento di 4,9 punti percentuali rispetto al 2010 – anno in cui sembrava che il mercato si stesse riprendendo – e di ben 9,4 punti se si considera il 2004. Rispetto all’Indagine 2011 Tecnoborsa sulle sei grandi città si evidenzia, però, una migliore tenuta del mercato nei Comuni maggiori. Inoltre, per quanto riguarda i mutui, un dato significativo di questa Indagine è il fatto che una quota consistente di famiglie ha ottenuto un prestito che copre circa il 60% del prezzo pagato per l’immobile”.