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SuperMoney: roaming, il cellulare all’estero può essere un salasso

Per chi viaggia all’estero i costi delle tariffe roaming possono essere molto salate. Non tanto in Europa, dove dal 1° luglio le tariffe roaming sono state uniformate e un utente attento al risparmio se la può cavare con 10 euro al giorno, quanto per chi è un viaggiatore “business” che con telefono e traffico dati ci lavora, e che può arrivare a spendere fino a 500 euro al giorno in caso di alto consumo in un safari in un luogo esotico. L’ultimo studio dell’Osservatorio SuperMoney mette in luce i costi esorbitanti delle tariffe di roaming: un paio di chiamate, qualche sms, un’occhiata veloce all’email e la bolletta lievita. Ma le soluzioni di risparmio esistono, a partire dalla scelta dei pacchetti roaming offerti dagli operatori e dalla connessione al web solo attraverso wi-fi.

L’analisi di SuperMoney ha preso in considerazione il costo medio delle tariffe roaming applicate dai principali operatori telefonici attivi in Italia e ha ipotizzato due diversi profili di utenti, il viaggiatore “low cost” e il viaggiatore “business”, in base alla destinazione della loro vacanza: Europa, Stati Uniti, Viaggio esotico (India, Cina, Australia, Brasile, Thailandia…) o Safari (Tanzania, Africa Nera…). I costi infatti variano in base alla destinazione, con eccezione dei Paesi europei, dove le tariffe roaming, a partire dal 1° luglio 2012, sono state uniformate dal Parlamento Ue: 29 centesimi al minuto per chiamate in uscita, 8 centesimi al minuto per chiamate in entrata, 9 centesimi per sms e 70 centesimi al MB per il traffico internet (costi IVA esclusa, destinati a ridursi ulteriormente entro il 2014 in base alle disposizione Ue).

Il viaggiatore “low cost” è quello che cerca di limitare le spese, utilizzando il cellulare solo per lo stretto indispensabile. In una giornata tipo, riceve due chiamate di un paio di minuti ciascuna, invia tre sms, fa due telefonate in uscita da un minuto e si collega a internet solo per controllare la posta e fare qualche rapida ricerca (consumo 10 MB). Risultato? Come evidenzia lo studio di Supermoney, se la destinazione della vacanza è un Paese europeo, il viaggiatore low cost spenderà circa 10 euro al giorno. Se la meta del viaggio sono gli Stati Uniti, la spesa media potrebbe arrivare a 58 euro al giorno, di cui 51 soltanto per la connessione al web. I costi delle tariffe roaming  raggiungono i 135 euro giornalieri per una vacanza esotica (India, Cina, Thailandia, Australia…) e i 227 euro al giorno per una vacanza Safari, per esempio in Tanzania. Anche in questo caso, sono i costi del traffico dati quelli più rilevanti, rispettivamente pari a circa 120 e 198 euro.

L’altro profilo considerato è quello del viaggiatore “business”, che anche quando è in vacanza utilizza il cellulare per gestire i propri affari: riceve in media quattro chiamate da 5 minuti, effettua quattro chiamate da 3 minuti, invia 5 sms e utilizza circa 20 MB di traffico dati. In questo caso, le tariffe lievitano. Se in Europa si spendono circa 24 euro al giorno, questi diventano 138 euro circa per un viaggio negli Stati Uniti (102 euro di traffico dati), 313 euro per la vacanza esotica (di cui 239 per il web) e 535 euro nel viaggio Safari (395 euro di traffico dati).

“Questi dati mostrano molto chiaramente che, quando si parla di tariffe cellulari, ci sono ancora frontiere difficili da superare”, commenta Andrea Manfredi, amministratore delegato di SuperMoney. La soluzione? “Innanzitutto è bene sottoscrivere i pacchetti roaming offerti dalla propria compagnia telefonica, che consentono un risparmio notevole in bolletta. Una volta arrivati nel Paese di destinazione, meglio disattivare il traffico dati e sfruttare il wi-fi, utilizzando applicazioni Voip e di messaggistica istantanea per comunicare con l’Italia. Un’utile alternativa, per chi deve chiamare molto, è utilizzare le schede prepagate internazionali, oppure procurarsi una sim di un operatore locale, che in quasi tutti i Paesi si può acquistare per pochi euro e utilizzare con il proprio cellulare”.