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Scadenza Imu in arrivo, cosa sapere per essere preparati

La scadenza della prima rata Imu è alle porte: il 18 giugno è infatti l’ultimo giorno utile per il pagamento. Meglio dunque ricordare tutto quello che c’è da sapere per essere in regola con l’imposta patrimoniale.

Innanzitutto è bene ricordare che l’Imu si paga su qualunque tipo di immobile, comprese le prime case, su terreni agricoli e incolti e sulle aree fabbricabili. Sono tenuti al pagamento i proprietari, ma anche chi esercita un altro diritto reale, come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie. Attenzione ai casi particolari: in caso di separazione, il pagamento dell’Imu spetta all’ex coniuge affidatario casa coniugale, anche se non è proprietario. Se i proprietari dell’immobile sono più d’uno, l’imposta è pagata da ciascuno in proporzione alla propria quota e con versamenti separati.

L’Imu si paga esclusivamente tramite modello F24 (scaricabile on line sul sito Agenzia entrate  e su quello delle Poste): il pagamento può essere effettuato online sul sito dell’Agenzia delle entrate (occorre essere registrati e avere il Pin d’accesso ), oppure in modo tradizionale in banca, negli uffici postali, o presso gli agenti della riscossione (Equitalia).

Entro il 18 giugno va versata la prima rata, che sarà pari al 33% del totale se si è deciso di pagare in tre rate, al 50% se si paga in due rate. Per il calcolo della prima rata si applica l’aliquota base, pari allo 0,4% per abitazione principale e pertinenze e allo 0,76% per altri immobili. Il 17 settembre sarà il momento della seconda rata, opzione disponibile solo per l’abitazione principale. Il saldo avverrà il 17 dicembre: si tratta di un conguaglio basato sulle aliquote stabilite dai Comuni (hanno tempo fino al 30 settembre per aumentare o diminuire aliquote).

Infine, ricordiamo come va calcolato l’Imu: si parte dalla rendita catastale maggiorata del 5%, che va moltiplicata per un coefficiente moltiplicatore (varia in base alla tipologia catastale, per gli immobili è 160). Il risultato così ottenuto è la base imponibile, che va moltiplicata per l’aliquota. L’imposta lorda è poi da rapportare al periodo di possesso e alla quota di possesso dell’immobile. A questo punto non resta che sottrarre eventuali detrazioni: per la casa principale è prevista una detrazione di 200 euro, più altri 50 euro per ogni figlio fino a 26 anni residente in casa.

Fonte: Help Consumatori - SuperMoney.eu