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Legge 194, Federconsumatori: non ha senso la pronuncia di legittimità

Il prossimo 20 giugno la Corte Costituzionale esaminerà la legittimità dell’art.4 della legge 194 relativo alle circostanze che consento l’aborto. Secondo il giudice, che nel corso di un procedimento ordinario ha chiesto il parere della Corte, l’articolo in questione sarebbe in contrasto con quanto previsto dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Ue del 18 ottobre 2011 dalla quale “l’embrione umano e’ stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto”.“Non ha senso la richiesta  di verifica di  legittimità costituzionale dell’art.4  della legge 194  perché la Corte Costituzionale si è già pronunciata  e il contenuto della legge è già costituzionalmente vincolante” si legge in una nota diffusa da Federconsumatori secondo cui la richiesta di parere ha l’obiettivo di riaprire vecchie diatribe: l’aumento degli aborti clandestini, l’aumento dei viaggi e delle interruzioni all’estero, il mercato nero di cliniche e studi, il mercato nero di pillole e  prodotti abortivi,  l’aumento dei rischi per la salute delle donne, in particolare le giovanissime e le cittadine straniere.

Secondo l’Associazione la cosa su cui occorre ragionare è l’abuso di obiezione di coscienza da parte dei medici. Secondo gli ultimi dati del Ministero, 7 medici su 10 fanno obiezione di coscienza: è questo che crea maggiori problemi.