cambia grandezza del testo A A A

Assistenza sanitaria all’estero, Commissione Europea lancia un’app per smartphone

Un’applicazione per smartphone che spiega come utilizzare la tessera europea di assicurazione malattia. A lanciarla è la Commissione Europea prima delle vacanze estive, ma anche in vista dei campionati di calcio EURO 2012 e dei giochi olimpici di Londra 2012. Chiunque può scaricare l’applicazione (http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=559) che è disponibile, in 24 lingue, per tre piattaforme: iOS, Android e Windows 7 mobile.

La tessera, però, va richiesta gratuitamente al Servizio sanitario del proprio paese: consente di accedere all’assistenza sanitaria pubblica in caso di malattia o di infortunio durante un viaggio o un soggiorno temporaneo in uno dei 31 paesi europei (i 27 Stati membri più Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera) e dà diritto a ricevere le cure urgenti alle stesse condizioni e allo stesso prezzo applicati agli assistiti del paese in cui ci si trova (le cure possono anche essere gratuite in alcuni paesi).

Poiché le modalità di utilizzo della tessera e le norme locali possono apparire complesse, data la diversità dei sistemi sanitari, l’applicazione fornisce una pratica guida all’uso: contiene informazioni generali sulla tessera, i numeri telefonici per le chiamate di emergenza, le cure sanitarie e le spese coperte, le modalità di rimborso e le persone da contattare in caso di smarrimento della tessera.

Dai dati risulta che oltre 188 milioni di persone in Europa sono attualmente titolari della tessera europea di assicurazione malattia (o di un certificato sostitutivo): ciò rappresenta oltre il 37% del totale della popolazione dell’UE. La Commissione prosegue la collaborazione con gli Stati membri dell’UE per informare i cittadini dell’UE sui vantaggi della tessera, nonostante alcuni ostacoli nella trasmissione dei dati: ad esempio in Svizzera alcuni cittadini avrebbero utilizzato più tessere, ma le autorità nazionali non hanno formulato alcuna osservazione in merito; altri paesi, infine, non hanno fornito i dati relativi al 2011.