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L'Antitrust ricorda che non è ammessa la pubblicità occulta nei video musicali.

L’Antitrust grazia Fabio Rovazzi ed i Boomdabash per la pubblicità occulta nei video dei loro tormentoni musicali della scorsa estate, purché non ci ricaschino più. In estrema sintesi è questo il risultato dell’istruttoria avviata dall’Autorità garante della concorrenza ad inizio anno su una segnalazione dell’Unione nazionale consumatori.

Nel mirino dell’Agcm erano finiti il videoclip “Mambo salentino” di Boomdabash, per l’inserimento del brand Birra Peroni e quello di “Senza pensieri” di Fabio Rovazzi, per l’inserimento del marchio dell’elettronica LG e per quello di Wind3.

Nell’ultimo bollettino pubblicato dall’Autority, i due procedimenti sono stati chiusi senza sanzioni ma con il vincolo che gli autori modifichino le informazioni sulla pubblicità contenuta nei video e l’impegno a farsi carico, per le future produzioni artistiche, di rendere palese l’inserimento di marchi a fini promozionali. Se Rovazzi e i Bommdabash saranno recidivi, allora verranno sanzionati con una pena pecuniaria da 10 mila a 5 milioni di euro.

Per l’Unione nazionale consumatori si tratta comunque di “una vittoria storica”. “Per la prima volta – ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell’Unc – la nostra battaglia contro la pubblicità occulta si estende anche ai video musicali”.

“Ora è chiaro che anche nei videoclip va reso palese l’inserimento di marchi a fini promozionali – ha aggiunto Dona -. Un fatto importante, visto che i cantanti sono molto amati dal pubblico. Le sponsorizzazioni devono essere presentate ai fan con adeguati strumenti informativi, in modo chiaro e trasparente”.

In realtà per quei videoclicp, nessuno pagherà tanto che tutte le parti in causa si sono impegnate a rispettare i vincoli imposti dall’autorità senza battere ciglio.

E così l’impegno ad inserire una sovrimpressione che segnali la presenza di prodotti con fini commerciali, l’indicazione nei titoli di coda dei marchi pubblicizzati e anche la segnalazione nella descrizione dei video su YouTube, saranno inseriti nei prossimi video musicali. Per quelli già online, infatti, non si può fare. O meglio farlo significherebbe dover eliminare la versione con la pubblicità ingannevole per caricare quella nuova con le giuste indicazioni, il che comporterebbe l’azzeramento delle visualizzazioni ottenute finora. E poiché parliamo di numeri a sei zeri, il danno economico per gli artisti sarebbe “ingente” (Adg).

GuardiaCivica - L'Antitrust ricorda che non è ammessa la pubblicità occulta nei video musicali.

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