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Emma Bonino: “Non si può essere costretti ad andare in Svizzera per morire con dignità”

Ospite di Maria Latella, nel salotto di Sky, l’ex ministro degli Esteri Emma Bonino si è a lungo soffermata sulla sua vicenda personale, sulla sua lotta contro il cancro, legandola alle sue battaglie politiche di una vita. Così, l’esponente radicale ha invitato il Parlamento a discutere la proposta di legge sull’eutanasia, un “tema di libertà e responsabilità individuale” che non può essere liquidato in modo approssimativo o secondo paradigmi ispirati a logiche confessionali o a pregiudizi di carattere morale. “La legge sul fine vita”, ha spiegato la Bonino, “restituisce dignità agli italiani e spero davvero che non si debba vivere l'umiliazione di andare in Svizzera per morire in dignità”.

Un messaggio politico che si fonde con la sua esperienza personale: “Io sento la morte molto lontana. Ho più paura del dolore che, come dicono anche i miei medici, serve solo per individuare i sintomi, poi è del tutto inutile”. E appunto, continua una Bonino visibilmente provata dalla malattia, “la terapia deve evitare il dolore: non è necessario soffrire, patire o ad esempio abortire sotto tortura”. E, alla domanda sulle sue condizioni, la leader radicale spiega: “Soffro molto la stanchezza della radioterapia e il sentire che il corpo non risponde come dovrebbe, ma ci sono momenti migliori: quando incontri qualcuno che ti dice ‘hai ragione, io non solo il mio tumore’”.

C’è infine spazio per alcune considerazioni sull’attualità politica, dal no alla guerra in Libia e dalla reprimenda a Salvini (che su Isis “non dà i messaggi giusti e alimenta la psicosi”), con un passaggio sulla sua esclusione dal Governo Renzi: “Ricordo solo una telefonata di Renzi di quel giorno famoso dal Quirinale in cui mi diceva di non avere niente di personale. Ma disse ‘apro una nuova fase, mi servono nuovi volti'. Non so altro di più”.

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